Quando le persone creano valore

Questo ed alcuni altri post che trovate su questo blog sono il frutto di un lavoro di narrazione che ho realizzato per un’azienda di software. 

Che cosa succede quando due aziende si incontrano? Se decidono che si piacciono come fanno a rendere il loro incontro un caso di successo? Questa è la storia di un incontro tra business, passioni e soprattutto belle persone. Questa è la storia di extrategy e Ideato e di come il loro sarà un caso di successo.

Immaginate di partecipare ad un incontro di due aziende il cui core-business sia la programmazione software, il coding. Ecco, ora siete all’ingresso di un bell’albergo del centro Italia, con un gruppetto di programmatori che discutono tra loro: questo è quello che mi è capitato in un caldo lunedì di fine luglio. Più che capitare, è quello che ho scelto quando ho accettato di raccontare, a modo mio, la storia dell’incontro tra extrategy e Ideato, due aziende che si occupano di sviluppo software.

A dir la verità, nei primi cinque minuti dell’incontro non ho capito granché: “ico” (semmai si scriva così), “prima del wallet”, una serie di slang sparati a raffica di cui ignoravo totalmente il significato. Nella prima ora le cose sono peggiorate ed ho avuto seri dubbi su che cosa facessi lì e, soprattutto, avrei potuto combinare di buono per loro ed anche per me. Mentre sto scrivendo, passato il primo pomeriggio, avrei invece voglia di non andare più via. Chi sta leggendo si chiederà perché nel racconto di quella che all’esterno può sembrare una fusione aziendale (giuro che non utilizzerò più questo termine), mi sia messo a descrivere sensazioni, emozioni e accadimenti che riguardano le relazioni, lo stato d’animo, la pancia (o il cuore) più che la testa. I motivi sono due: il primo riguarda il modo con cui ho deciso di raccontare questa storia, il secondo il perché questa storia nasce e si sviluppa.

Secondo post

Il primo: la sensazione prima di smarrimento, confusione e poi di passione e attaccamento descritta poco sopra, è la stessa che ho (e ho avuto) ogni volta che sono entrato in un museo o in una galleria di arte. E a me piaceva raccontare quello che stava succedendo come se fosse un’opera d’arte perché penso sinceramente che quello che ho intravisto e che vedrò ancora meglio più avanti abbia a che fare con l’arte, con le cose belle e anche con quelle che alla fine ci fanno sentire bene; non è, in effetti, una questione di numeri questo incontro, ma di feeling (anche se detto così può sembrare ruffiano, vi assicuro che è quello che si respira).

Il secondo è che il processo con il quale queste due realtà si sono incontrate e con il quale decideranno di fare della strada insieme, è tutto fondato sulle persone. Non si sono incontrati i due CDA delle imprese, non c’è stato un briefing tra consulenti e proprietà, non c’è un calcolo finanziario dietro tutto questo. Semplicemente (ma per certi versi anche in maniera molto complicata) ci sono oltre 30 persone, tra le due aziende, che si confrontano, pongono questioni e propongono soluzioni, fanno progetti e immaginano soluzioni per il proprio futuro e quello delle imprese in cui lavorano. Da questo percorso non è stato escluso nessuno, tutti partecipano indipendentemente dal ruolo e dalla funzione che rivestono in azienda: tutti lo fanno con grande spirito di partecipazione, forte determinazione, grande coinvolgimento. Tutti lo fanno pensando alla propria impresa.

E quando uso il termine “propria” non ha nulla a che fare con la proprietà in termini giuridici, ma con il senso profondo di appartenenza, condivisione e sviluppo che tutti dimostrano di avere. Quello che ho visto e che proverò a raccontare è come queste persone saranno in grado di creare valore, come le loro relazioni e interazioni possono dar vita a qualcosa che va oltre l’organizzazione. Nelle loro parole, nei loro gesti e nei loro visi c’è un pezzetto del futuro della loro impresa. E forse di tutte le imprese che vogliono crescere.

 

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