La bellezza della creatività

La fine dell’anno porta sotto i miei occhi una bella lettura che prendo anche come un buon presagio per l’anno prossimo. In uno scritto di Francesca Rigotti dal titolo “La creatività tra filo del pensiero e parto mentale”  (su “Animazione Sociale n. 247”) c’è un percorso di ricerca per scovare l’immaginazione al lavoro.

Partendo dalla mitologia classica, per arrivare a cose ben più quotidiane, la creatività rimbalza tra due metafore: quella del labirinto inestricabile dal quale si esce soltanto con una sorta di arguzia e quella del parto di una nuova “creatura” (idea), una sorta di “colpo di genio”.  Entrambi i percorsi passano attraverso tortuosi meccanismi, difficoltà impreviste, vincoli all’apparenza insuperabili.

Non è un viaggio ‘purificatore’ e nemmeno sacrificale, al termine del quale si ottiene il risultato; un percorso influenzato da una serie di maestri del bello e del buono che si trovano, prima di tutto, nelle cose di tutti i giorni. Quanto più quello che ci circonda rifugge dalla futilità e racchiude la qualità (intesa come caratteristica che riunisce in sé la bellezza estetica e la sostanza materiale), tanto più il percorso che riusciamo ad intraprendere avrà possibilità di condurci fuori dal labirinto, farci partorire un concetto originale, nuovo, autentico.

Una sorta di gestazione,  che come ho sempre sostenuto è di per sé già un grande atto di “attesa amorevole”, porta con sé il mistero ed il peso (gravidanze vien da grave) della creatività.

È strano a dirsi ma auguro a tutti noi un anno venturo grave, pesante, e pieno di creatività: che possa infine farci dire…”partoriamo nuove idee!”.

il labirinto della creatività