C’è un rito, una preparazione ad hoc per affrontare certi percorsi. Come per esempio quando si va in bicicletta: bisogna provvedere all’alimentazione, all’abbigliamento, alla preparazione, alla messa a punto della bici, alla programmazione del percorso.  Certo, si può anche prendere la bici e fare un giro ma non è la stessa cosa. Pedalare non è blandamente portare avanti la bicicletta, ma spingere sui pedali con tutta la forza che si riesce ad esprimere.

Ma la cosa più importante se si decide di andare in bicicletta, quella che a me aiuta molto nella preparazione, è un’altra: avere un obiettivo. Non è una cosa da poco perché l’obiettivo che ci diamo (che siano 10, 50 o 100 chilometri, in salita o in pianura) deve essere raggiungibile, magari per un pelo, ma lo si deve poter “toccare”.  Deve essere personale, non lo può indicare qualcun altro. Deve essere pensato per migliorare: ogni volta un passo (una pedalata) più avanti.

Quando poi si sale in sella c’è un altro trucco per affrontare le salite senza arrendersi e le discese senza aver paura. Il trucco è “un pezzo alla volta”. Ci vuole un po’ di allenamento per capire quanta energia il proprio corpo (e la propria mente) consuma per fare una pedalata, quanto sudore ci vuole per far fare un giro completo alla ruota. Riuscire a cogliere questa strana unità di misura, così diversa da un individuo all’altro, è la chiave per raggiungere l’obiettivo e farlo allo stesso tempo senza risparmiarsi e senza rischiare di non raggiungerlo. Ci vuole forza di volontà, un po’ di coraggio e molto allenamento. D’altra parte anche Thomas Edison diceva “”il genio è l’uno per cento di ispirazione e il novantanove per cento di traspirazione”.

Bisogna crederci. Personalmente provo a pedalare tutti i giorni anche se la mia bici spesso rimane in garage; e quando arrivo in cima alla salita spesso la soddisfazione annulla la fatica, e ritrovo l’energia per un altro sprint.