3 “L”

I recenti dati sulla disoccupazione giovanile non sono allarmanti per il solo fatto che descrivono una situazione grave, ancor più se si pensa che di fronte a questa situazione i tentativi di dare un’oasi Lavoro (come nell’articolo del Sole24Ore ) sono praticamente nulli. Contesti come questo rischiano di essere un danno maggiore per il futuro piuttosto che per il presente: a tamponare adesso, come molti hanno scritto ed analizzato, sono le famiglie. Ma è impensabile sperare che la situazione si risolva da sola e l’immobilismo determinato dal poco coraggio o dalla mancanza di trovare accordi coerenti è il viatico di una lenta agonia della forza lavoro italiana. Ma i giovani non sono solo quelli italiani: ce ne sono molti stranieri, extracomunitari e i dati che li riguardano parlano di una crescita di oltre 150mila unità (anche se una buona parte è frutto, secondo i sindacati, dell’effetto emersione legato alla sanatoria; dati ISTAT ). Chiaramente la ‘qualità’ del lavoro mediamente è molto più bassa tra la popolazione immigrata ed, anzi, è spesso quella maggiormente soggetta ad infortuni ed incidenti. Si dibatte spesso sulla differente “disponibilità” che hanno molti di questi lavoratori verso condizioni peggiori sia di carattere economico che di ambiente più generale.

Cercando però un punto in comune, vedo, in chi cerca lavoro senza trovarlo e in chi lo accetta a qualsiasi condizione, una certa tensione nella ricerca di una propria Libertà. Che può significare autonomia, possibilità di crearsi una propria vita indipendente dal proprio passato più vicino. Penso che sia difficile dirsi e sentirsi veramente liberi se si è nell’impossibilità di scegliere, nell’incapacità di poter provvedere a se stessi.

Le “L” del titolo erano però tre. La terza è quella di “Lakas” che, in filippino, significa forza. Ed è ora di mettercene insieme al coraggio di fare delle scelte. Forza!