Ho appena acquistato una guida sull’arte di comunicare ed il public speaking. Una sorta di smart-learning sulle tecniche di comunicazione in pubblico. Ben fatta, tutto sommato non c’è che dire.
Quel che non mi convince troppo è la trasferibilità di certi concetti. Credo che alcune “arti” non siano mero trasferimento di competenze e conoscenze. Ma che ci sia qualcosa in più, un certo stile, modo; passione potrei osare chiamarla che anima certe persone e non altre. Poi: la comunicazione è un artefizio, quasi un inganno a volte (basti pensare a certe informazioni veicolate come tali ma che altro non sono se non pubblicità).
Se si è concordi con l’affermare che una comunicazione efficace (?) o di successo (insomma, che raggiunge gli obiettivi per cui la si pratica) è l’incontro tra doti naturali personali (almeno in parte) e una sorta di arte i cui confini non sono volutamente così chiari e definiti (ecco l’inganno), dunque è evidente che non si possa imparare o trasmettere (e non solo tramite una guida scritta ma nemmeno con seminari, docenze, corsi).
C’è una zona, che secondo me è quella che fa la differenza tra un comunicatore ed un altro, nella quale agisce tutta l’intraprendenza, il coraggio, la paura, il sentimento, il carattere di un comunicatore e che rende quindi la comunicazione unica, inimitabile, originale ogni volta.
Leggo sulla guida che “ci si persuade meglio, di solito, con le ragioni che si sono trovate da soli, che con quelle che sono state trovate dall’intelligenza di altri” (Pascal). Spero di non aver persuaso nessuno.