La cosa più importante a mio parere nella gestione di un gruppo è senz’altro l’empatia. La capacità, cioè, di poter creare un legame con tutti coloro con i quali si ha a che fare.
Nell’era dei links e dei social networks dovrebbe essere tutto più semplice perché ci si abitua ad avere più legami, diversi, di varia intensità. In realtà la connessione che si stabilisce con una relazione virtuale, mediata dalla tecnologia insomma, è ben diversa da quella che si innesta quando il contatto è reale, immediato, face to face. Per alcuni elementi fondamentali a mio parere.
Il primo è l’insieme di competenze ed abilità che devono essere messe in campo: sono decisivi il linguaggio (“potabile” come ebbe a dire un commentatore ad un mio seminario), l’espressione (quella facciale per intendersi) e la capacità di gestire gli spazi. Il secondo elemento è la fiducia: ha bisogno di gesti concreti (dimostrazioni direi) ed anche di restituzioni in termini di controllo (in realtà la fiducia non è quasi mai cieca, ma dipende spesso da quanto in realtà, direttamente o indirettamente, riusciamo a controllare coloro dei quali ci fidiamo). Il terzo elemento è la condivisione dei risultati: un gruppo è un’entità dinamica e come tale si muove delineando un percorso, nel quale un leader efficace deve essere in grado di definire una meta condivisa (altrimenti il rischio è che non ci si renda nemmeno conto del percorso fatto ma soltanto delle energie spese).
Orietta Berti cantava “finché la barca va, tu lasciala andare”, ma per un leader la canzone giusta dovrebbe essere “finché la barca va, continua a remare!”