Il welfare aziendale è il terreno nel quale possiamo confrontare le aziende più avanzate, almeno dal punto di vista della loro attenzione alle persone che vivono, a volte in tutti i sensi, in azienda. La contrattazione aziendale, che recupera elementi tipici della tutela di alcuni diritti e della erogazione di servizi alla persona, è un segnale di una rinnovata attenzione verso il benessere di chi contribuisce, con il proprio lavoro, al ciclo di vita dell’impresa.
Un antesignano in questo senso è stato sicuramente Adriano Olivettti con la sua idea di un’impresa che fosse un bene non solo per l’imprenditore, ma per l’intera comunità. La sua visione del sistema impresa era allargata all’intera comunità e alla vita di coloro che vi appartenevano. Una politica, quella dell’imprenditore di Ivrea, che anticipò allora alcuni concetti che solo oggi sembrano diventare patrimonio comune (www.storiaolivetti.it)
Quale vantaggio potrebbe trarre un’impresa dall’intervenire in settori come quelli dell’assistenza alla maternità e all’infanzia, dell’assistenza sanitaria (di base), dell’istruzione professionale, dei servizi culturali? A lungo si è dibattuto se fosse una questione di responsabilità sociale o convenienza, di paternalismo o di visione illuminata. Gli stessi ragionamenti potremmo farli oggi di fronte ad esperienze come quella dell’apertura di un asilo nido aziendale o dell’intervento del mondo imprenditoriale in ambiti formativi. La risposta non risiede però in una definizione che pretende di dare anche un giudizio.
L’esperienza insegna infatti che gli esempi più virtuosi si trovano laddove il gesto dell’imprenditore non è una concessione ma un investimento; esperienze felici sono quelle in cui le istanze dei dipendenti non sono una rivendicazione tout-court ma un progetto che punta a valorizzare l’intera impresa.
L’eccellenza imprenditoriale è anche la capacità di saper cogliere opportunità in questi spazi in cui, almeno in apparenza, il metro non è quello del profitto. Quella di Olivetti è stata una storia esemplare alla quale guardare con attenzione. Una storia alla quale, anche personalmente, devo dire grazie.